Progetto Andromeda, detenuti dei Casetti in un laboratorio incontrano Coordinamento Libera per parlare di Mafia. L’esperienza verrà esportata anche alla Comunità di Vallecchio
10 Febbraio 2019Cécile Kyenge in visita al Centro di Accoglienza Straordinario per i richiedenti asilo colpito dalla bomba carta lo scorso ottobre
6 Marzo 2019È uno dei pochi linguaggi che tutti possono parlare e che unisce tutti, sopratutto chi lo pratica per diletto, da dilettante, appunto. Che ha contagiato anche gli ospiti del settore Migranti e gli educatori della Cooperativa Sociale Cento Fiori: chi sul campo, chi a bordo campo (a combattere con la ritrosia ad essere sostituito) e chi ad organizzare le partite. È nata così la Migrare Cento Fiori, squadra più che amatoriale, nata per caso nel torneo Midland di calcio a 5 e che partecipa al torneo di calcio a 8 organizzato dalla Cento Fiori coinvolgendo altre cooperative sociali impegnate nell’accoglienza dei richiedenti asilo nel territorio.
«Tutto è nato quando ci hanno chiesto di sostituire al Torneo Midland una squadra che si è ritirata dopo aver perso tutte le partite – dice Matteo Bartoli, coach insieme a Giuseppe Frustaci del team Migrare Cento Fiori – Abbiamo raccolto le adesioni di ragazzi che volevano giocare, una decina su un vivaio però nutrito: tra i nostri ospiti c’era già stato un torneo interno giocato questa estate con squadre di ogni struttura. Ne convochiamo otto a partita, per permettere la rotazione e accontentare tutti».
L’esordio di questa squadra nata dal caso è stato buono: «Ci siamo imposti contro una squadra di italiani 13 a 11 – continua coach Bartoli con una mal dissimulata punta di orgoglio- poi abbiamo stracciato la squadra della Comunità di Vallecchio 15 a 4. Dopo siamo incappati in una serie di 3 sconfitte dalle quali speriamo di riprenderci al prossimo appuntamento venerdì». Il torneo è così amatoriale che l’organizzatore distribuisce le magliette alle squadre prima di iniziare. «Alla partita d’esordio i nostri migranti hanno sfoggiato una bellissima divisa azzurra sulla quale campeggiava la scritta Italia. Per le prossime partite vedremo che maglia ci riserveranno».
«Non possiamo pensare, visti i tempi che corrono e il calo drastico di richiedenti asilo sul territorio – dice coach Matteo – che questo esperimento di squadra possa durare, ma sicuramente questo torneo lo porteremo a termine. Anche se siamo subentrati a torneo iniziato, abbiamo pur sempre la possibilità di entrare nei playoff e da lì, se i giocatori ce la faranno, arrivare alle finali nazionali». E poi in fondo il settore migranti della Cento Fiori ha una sua piccola storia calcistica: «Tra i nostri ex ospiti diversi sono approdati nelle squadre locali, emergendo in maniera più che dignitosa e talvolta facendo anche la differenza in campo. Ricordo con piacere la collaborazione con il Taverna Calcio, ad esempio».
Ma torniamo all’oggi, al torneo Midland: «I ragazzi sono carichissimi, hanno fatto un gruppo whatsapp, si incontrano per allenarsi. C’è voglia di mettersi in gioco fin dal primo momento, voglia di andare avanti, di vedere cosa succederà… E’ un entusiasmo contagioso, con una grande partecipazione emotiva. E che ha unito persone di nazionalità molto diverse, cosa che non è scontata. Il calcio quindi come collante sociale funziona. La volta scorsa i nostri ragazzi hanno giocato contro una squadra di giovani russi, davvero forti: il calcio permette di farsi conoscere, di stemperare gli stereotipi che circolano in giro. E’ una cosa bella».
L’entusiasmo dal campo si trasferisce anche fuori campo. E trasforma gli educatori dapprima in “allenatori”, poi in organizzatori. Ed è nato così un torneo intercooperativo di calcio ad 8 con altre cooperative sociali impegnate nell’accoglienza dei richiedenti asilo: Cad, Ardea, Terre Solidali e Croce Rossa, che schierano squadre formate dai loro ospiti.