Equitazione etologica: più che uno sport, è un’esperienza di crescita per bambini dai 5 ai 10 anni
20 Settembre 2018Bombacarta, ospiti e dipendenti Cento Fiori stanno tutti bene. Grazie per la vostra solidarietà.
3 Novembre 2018Il fascino della crociera in barca a vela, il sole dell’Adriatico, le isole della Croazia: cosa c’entrano gli ingredienti di una vacanza da sogno con una cooperativa sociale, la Cento Fiori, che si occupa di recupero dalle tossicodipendenze? C’entrano, c’entrano, perché questi ingredienti diventano una leva (e una tappa) per un viaggio molto più importante ed impegnativo per 10 utenti, cinque del Centro Osservazione e diagnosi di Vallecchio, cinque della Comunità Terapeutica, sempre a Vallecchio. Un viaggio fuori dalle mura di una struttura per continuare il loro percorso di recupero in mare aperto, tra l’infinito di un orizzonte adriatico e le ristrette murate di una barca a vela. La prima crociera è partita a giugno, con cinque persone che avevano da poco iniziato il loro percorso terapeutico, ospiti del Centro di Osservazione e Diagnosi (Cod) di Vallecchio appunto. La seconda crociera invece con gli ospiti della Comunità Terapeutica di Vallecchio, donne e uomini in una fase avanzata del loro processo di emancipazione dalle sostanze, conclusasi pochi giorni fa. In entrambe le occasioni, su barche fornite dall’agenzia Albatros di Rimini, l’equipaggio di operatori della Coooperativa Cento Fiori, capitan Andrea Ambrosani, lo psicoterapeuta – marinaio Michele Maurizio D’Alessio e, nella prima crociera l’educatrice Chiara Gentili, nella seconda Eugenio Pari
“Da oltre 20 anni organizziamo queste crociere, dapprima come il progetto Ulisse, poi con altri nomi”, spiega Gabriella Maggioli, vicepresidente della Cooperativa Sociale Cento Fiori. Crociere che sulla carta hanno il sapore di una vacanza, ma che nella realtà diventano per gli ospiti del Cod o della Comunità una sfida. “Per loro è anche un’esperienza formativa – dice lo psicoterapeuta Michele Maurizio D’Alessio, che ha partecipato a entrambe le crociere – senza tanti interventi degli educatori, perché è la realtà stessa – il vento, il mare, la convivenza in uno spazio particolare come una barca – a regolarizzare i rapporti: la realtà ci detta delle priorità. Il gruppo degli utenti trova quindi un suo equilibrio nel corso della crociera”.
“Le crociere come parte dei percorsi terapeutici nacquero sulla spinta dell’allora presidente Werther Mussoni e di Sergio Semprini, all’epoca dirigente del Servizio Tossicodipendenza dell’Ausl di Rimini, sotto il nome di progetto Ulisse – prosegue Gabriella Maggioli – Da allora alcune cose sono cambiate, il metodo è stato affinato e Mussoni ha, infine, smesso il ruolo di capitano in favore di Andrea Ambrosani, al quale ha donato simbolicamente la propria cerata. Ma anche se sono cambiate le modalità, questa esperienza è strettamente legata alla terapia: non è solo un bel viaggio con i nostri utenti, tutto ciò che accade è iscritto in un quadro di lettura, che ci consente da un lato di rilevare elementi in più sulle persone in terapia e dall’altro di fornire loro un’esperienza intensa di crescita di gruppo e personale. Come dice Werther Mussoni, “in barca non ci si nasconde”».