L’educazione all’aperto è innanzitutto apertura a un mondo di esperienze e di percezioni, di libertà e di responsabilità.
L’Educazione all’aperto (Outdoor Education – OE) può essere definita come un campo di pratiche, studi e ricerche che dà vita a un sistema educativo e, in ultima istanza, terapeutico.
In generale, il significato è immediatamente comprensibile: educare all’aperto indica una situazione inversa allo stare in ambienti al chiuso in contesti di apprendimento.
In definitiva, si introduce una differenza nel praticare attività educative che si identificano sulla base dello spazio in cui vengono svolte: indoor e cioè aule, laboratori, palestre, ambienti al chiuso; outdoor e cioè spazi all’aperto, dal giardino di una scuola, agli spazi urbani, agli ambienti naturali, come luoghi eletti per attività formative dunque ambienti di apprendimento a tutti gli effetti, anche se profondamente diversi rispetto a quelli interni.
Verso la fine del Settecento, il poeta William Blake fece riferimento al termine doors non solo nel significato di “porte”, ma al senso “della percezione” (ripreso dallo scrittore Aldous Huxley). Con il medesimo significato lo riprese anche Jim Morrison, fondatore del gruppo musicale dei “Doors”, nato a metà degli anni Sessanta del secolo scorso. Tale accezione del termine Outdoor non indica solo l’uscita verso l’ambiente esterno, ma soprattutto che questa uscita attiva e immerge la coscienza all’interno di esperienze e percezioni fuori dai contesti abituali, divergenti: oltrepassare la “soglia”, uscire fuori, crea le condizioni per un nuovo rapporto tra sé e il mondo (Bortolotti, 2014).
Tale orientamento psico-pedagogico va concepito in forma olistica come una psico-pedagogia della percezione, nella quale l’esperienza più rilevante è il percorso che il soggetto farà dentro di sé nello spazio aperto e naturale.
Dal punto di vista pedagogico, si può fare riferimento al concetto di “Learning by doing”, introdotto da John Dewey (1938), e David Kolb, psicologo che ha condotto un’analisi approfondita dell’apprendimento esperienziale (1984).
La OE evidenzia e sviluppa un pensiero in direzione psico-pedagogica in quanto orienta verso il valore educativo del rapporto tra mente e corpo, tra teoria e pratica, tra uomo e ambiente naturale. Ciò pone in relazione lo sviluppo della persona e l’apprendimento con diversi contesti, esperienze possibili a differenti età e attraverso molteplici attività. Le attività Outdoor oriented si occupano degli aspetti psico-pedagogici dell’avventura umana in rapporto alla natura (Mortlock, 1984).
Dal punto di vista metodologico, queste attività sono fondano sulla dimensione esperienziale e sui metodi attivi di esplorazione di sé e del mondo: osservazione, investigazione, cooperazione, integrazione, introspezione, estrospezione, creatività, partecipazione attiva (Freeberg, Taylor, 1961, p. 93).
Le aree culturali che sono coinvolte nel percorso di apprendimento possono essere sintetizzate in:
a) l’educazione ambientale;
b) l’educazione personale e sociale;
c) un’attività fisica impegnativa di tipo collaborativo e cooperativo.
Inoltre, l’educazione attiva all’aria aperta mette in gioco un aspetto cruciale legato alla responsabilità, alla sicurezza di sé, dell’altro e dell’ambiente naturale. Lo sviluppo di questo processo apre a dimensioni di consapevolezza e scoperta che tendono a far decentrare il soggetto e a rivolgere lo sguardo e l’attenzione verso la cura, come questione evolutiva centrale.
A tal proposito, le attività Outdoor Oriented sono riconosciute come mezzo particolarmente efficace al fine di:
- favorire la comprensione dell’ambiente e l’attenzione per lo sviluppo sostenibile;
- incoraggiare l’espansione delle dimensioni personale e sociale;
- stimolare lo sviluppo corporeo e sensoriale;
- sostenere l’apprendimento concreto diretto
- facilitare l’attivazione della cura di sé, dell’altro e dell’ambiente
- sviluppare la ricerca, la scoperta e lo spirito di avventura (rischio).
Percorsi di formazione
La formazione nell’ambito dell’outdoor extrascolastico si articola su tre livelli principali.
Il primo riguarda le basi dell’esperienza gruppale. Propedeutica alla formazione specifica all’outdoor è il percorso sulla concezione operativa e l’approfondimento sulle ricadute possibili a livello psico-sociale che tale approccio può consentire di prevedere e desiderare.
Il secondo si concentra su aspetti generali che ruotano intorno ai fondamentali dell’educazione all’aperto e ambientale, quindi in ambienti in ambienti naturali che coinvolgano i soggetti in esperienze immersive di relazione con la realtà fisica in situazioni collettive dove sperimentare il confronto e la condivisione con i vissuti dell’altro, degli altri.
La terza si riferisce all’esperienza pratica che i partecipanti al percorso formativo devono fare per comprendere a fondo cosa, come, dove e perché tali esperienze in ambiente naturale possono attivare processi ad alto contenuto educativo e terapeutico. Si tratterà quindi di attivare in ogni percorso formativo una parte pratica in contesti diversi: uscite in barca, escursioni e trekking, arrampicata sportiva, percorsi natura liberi e in parchi avventura, ecc.
- Per la formazione propedeutica di formazione sul gruppo, fare riferimento al modulo 1
- Per la formazione alla formazione Outdoor in contesti extrascolastici, i temi sono:
I fondamenti della psicologia sociale e della pedagogia esperienziale.
L’orientamento nature-based e l’approccio alla psicopedagogia in direzione ecologica.
Le esperienze in natura: aspetti teorici e metodologici.
Gli interventi nature-based in ambito extrascolastico: contesti e obiettivi terapeutici ed educativi.
Clinica e interventi educativi nelle esperienze nature-based.
L’avventura in ambienti naturali: progettazione, step operativi, competenze ruoli/funzioni professionali.
Organizzazione dei setting specifici e implicazioni logistiche
La valutazione dei percorsi e dei processi.
- Partecipazione a esperienze nature-based
Questa fase è molto importante e richiede la disponibilità dei partecipanti a essere coinvolti nei percorsi che si vorranno attivare nei propri contesti operativi. Tali attività hanno anche lo scopo di far conoscere ai partecipanti le realtà impegnate in ambiti terapeutici ed educativi, allo scopo di generare una rete operativa in grado di rispondere alle necessità di ogni campo d’intervento.
Logistica: spazi, tempi, mezzi e strumenti, abbigliamento, ecc.
Organizzazione dei percorsi formativi
Modalità erogazione
La modalità ottimale è in presenza, tuttavia è possibile sviluppare il percorso in modalità remota, oppure strutturare un’erogazione integrata/mista. Gli spazi fisici adatti al lavoro sono possibilmente aule senza barriere architettoniche e sedie fisse al fine di facilitare differenti configurazioni del setting.
Percorso di progettazione e contatti
Per un eventuale proposta di formazione dettagliato, si rimanda a una specifica declinazione in base ai bisogni formativi rilevati in sede di confronto progettuale ed operativo (…)
A tal fine, si prega di attivare un primo contatto con (…)
Chi sono i formatori?
Educatori, mediatori, formatori e professionisti del sociale (psicologi, psichiatri, ecc.), docenti universitari. Per approfondimento vedi curriculum settore formazione.
Organizzazione dei percorsi formativi
Modalità erogazione
La modalità ottimale è in presenza, tuttavia è possibile sviluppare il percorso in modalità remota, oppure strutturare un’erogazione integrata/mista. Gli spazi fisici adatti al lavoro sono possibilmente aule senza barriere architettoniche e sedie fisse al fine di facilitare differenti configurazioni del setting.
Chi sono i formatori?
Educatori, mediatori, formatori e professionisti del sociale (psicologi, psichiatri, ecc.), docenti universitari. Per approfondimento vedi curriculum settore formazione.
Percorso di progettazione e contatti
Per un eventuale proposta di formazione dettagliato, si rimanda a una specifica declinazione in base ai bisogni formativi rilevati in sede di confronto progettuale ed operativo. A tal fine, si prega di attivare un primo contatto attraverso la form sottostante.