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7 Agosto 2019Tre educatori, tra cui lo skipper Ambrosani, accompagnano gli utenti nella terapia “outdoor” che da oltre 20 anni caratterizza il progetto Ulisse. Elisabetta Boffa: «esperienza conosciuta in università, ora sono io a salpare». Chiara Gentili: «Ho assistito a veri e propri risvegli»
Rimini – Continua il viaggio di Ulisse, il progetto terapeutico “outdoor” delle crociere in barca a vela della Cooperativa Sociale Cento Fiori: è salpata infatti la barca a vela che ospita 7 pazienti della Comunità Terapeutica di Vallecchio. Dal porto di Rimini la barca, condotta dall’educatore – skipper Andrea Ambrosani, raggiungerà le coste della Croazia, per una viaggio della durata di una settimana. Insieme ad Ambrosani sono salpate le due educatrici Chiara Gentili ed Elisabetta Boffa, che assisteranno i pazienti della comunità in questa esperienza.
«Per gli educatori lo scopo principale della crociera è l’osservazione degli utenti – dice Michele Maurizio D’Alessio, psicologo della Cooperativa Sociale Cento Fiori – ma per i pazienti è un’esperienza formativa perché è la realtà stessa (il vento, il mare, la convivenza in uno spazio particolare come una barca) a regolarizzare i rapporti: la realtà ci detta delle priorità. Il gruppo dei pazienti trova quindi un suo equilibrio nel corso della crociera».
Per Elisabetta Boffa è la prima crociera terapeutica. Circa due anni fa, studentessa all’Università di Bologna, venne a conoscenza durante un convegno di questo intervento educativo “outdoor”. «All’epoca dovevo scegliere dove fare il tirocinio e l’incontro con il progetto della Cento Fiori è stato un fattore determinante. Ho fatto il tirocinio, sono stata assunta e ora sono io a salpare, per la prima volta. Dopo due anni da quel seminario all’università».
Chiara Gentili invece è alla seconda esperienza. Il battesimo della crociera è avvenuto lo scorso anno, «con il viaggio degli utenti del Centro Osservazione e diagnosi. Non volevo partire: non ero mai stata in barca, ero terrorizzata dagli spazi piccoli, dal fatto di dover convivere… Alla fine è stata una crociera terapeutica per me, oltre che per i pazienti. Mi è piaciuta tanto che ho fatto esperienze per conto mio. Ho capito che è una cosa bellissima, e il senso di libertà che ti da la barca. Ho visto anche i grandi cambiamenti nei pazienti, in particolare in uno ho assistito ad un vero e proprio risveglio: è una terapia che funziona».
Andrea Ambrosani è ormai un veterano delle crociere terapeutiche. La cerata del capitano l’ha ereditata da Werther Mussoni, fondatore della Cooperativa Sociale Cento Fiori e “inventore” del progetto Ulisse, che da ormai 20 anni solca i mari. All’inizio con una goletta in legno, il Catholica, un ex peschereccio cattolichino restaurato dagli ospiti della Comunità Terapeutica di Vallecchio, poi diventata la Goletta Verde di Legambiente. All’epoca le crociere duravano settimane e toccavano il mar Ionio e poi le coste della Sicilia. Ora l’esperienza si gioca tra le due traversate e la costa croata. Forse crociere meno lunghe, ma non meno intense per i pazienti.
«Abbiamo la fortuna di fare queste esperienze che sono, emotivamente, molto forti. – spiega lo skipper – educatore Andrea Ambrosani – Un sociologo spiegava che si doveva sostituire la forza dell’eroina con qualche altra esperienza dirompente. La barca riesce in pieno a farlo, perché ci sono diversi elementi, tra cui il mare, la natura che non sono da noi controllabili». L’esperienza è strettamente legata alla terapia. «Non è solo un bel viaggio con i nostri utenti, tutto ciò che accade è iscritto in un quadro di lettura, che ci consente da un lato di rilevare elementi in più sulle persone in terapia e dall’altro di fornire loro un’esperienza intensa di crescita di gruppo e personale. Perché, come dice Werther Mussoni, “in barca non ci si nasconde”».