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4 Settembre 2020I due noti writers riminesi creano due soggetti scolastici per la ex scuolina lungo la via Marecchiese a Spadarolo, forse il primo passo di un progetto più ampio di riqualificazione urbana della periferia rurale.
Rimini – I suoi muri hanno accolto tante generazioni di alunni delle elementari delle zone rurali che si affacciano sulla Marecchiese, fino a 30 anni fa. Poi hanno accolto chi è fuggito da guerre e persecuzioni in Africa e in Asia, i richiedenti asilo ospitati dalla Cooperativa Sociale Cento Fiori, che gestisce la ex scuola elementare di Spadarolo trasformata in Centro di Prima Accoglienza. Ed ora quelle mura sono diventate anche “tela” per la street art di Mozone e Burla, due conosciuti writers del riminese che dal vissuto della ex scuola hanno preso le mosse per creare due graffiti, uno che guarda alla Valmarecchia e uno al mare. I quali, oltre che opere in sé, sono anche un abbozzo di quello che potrebbe diventare un progetto di riqualificazione urbana che dipana l’arte lungo la Marecchiese, nell’immediata periferia di Rimini.
Due scene scolastiche nate dalle bombolette, due immagini a cavallo tra il passato e il presente, contemporanee dei dettagli e senza tempo nell’essenza. A monte una bambina che sorride al suo bambolotto ascoltando mp3 dalla cuffia. Una scena che, spiega Mozone, l’artista che ha ideato l’iniziativa e che ha coinvolto l’amico Burla e la Cento Fiori, «voleva essere un po’ anni ‘80, con la bambina che indossa sulle spalle una cartellina e non uno zainetto e ha sottobraccio un bambolotto di pezza». Probabilmente Mozone ha sentito le ultime campanelle di inizio e fine lezione in quella scuolina. Anche da questo è partita la sua idea che, dice, «questo graffito potrebbe essere l’inizio di un progetto di più ampio respiro su via Marecchiese di arte urbana. Qualcosa che si dipani tra Spadarolo, Vergiano e i Padulli».
Ispirato alla scuola anche il graffito di Burla, ma anche dal fatto che lì, ora, vivono dei migranti: «ho pensato a un concetto legato alla scambio culturale, tra due ragazzi che in un momento di pausa, seduti su un banco, sfogliano insieme un libro. Penso che i problemi di razzismo nascano dalla mancanza di scambio culturale». E quindi il disegno, una ragazza e un ragazzo che vivono la ricreazione fianco a fianco sul banco.
«I due writers ci hanno proposto il progetto, senza chiederci alcun impegno. Una iniziativa che ci ha lusingato e che siamo stati ben felici di accogliere e favorire in ogni modo. – dice Monica Ciavatta, responsabile del settore Migranti della Cooperativa Sociale Cento Fiori. – Gli stessi ospiti hanno seguito i lavori con grande interesse, qualcuno riconoscendo lo stile in altri disegni in città. Devo dire che dopo gli episodi di intolleranza di un paio di anni fa abbiamo ricevuto molte espressioni d vicinanza, da parte del vicinato e tanti soggetti pubblici e privati. Ma certo quest’ultima di Mozone e di Burla e la più evidente: hanno creato due graffiti bellissimi. Speriamo che il progetto prosegua e cercheremo di sostenerlo come potremo».